Il Telescopio Spaziale James Webb (JWST) è un regalo ingegneristico che continua a dare. Grazie al telescopio extra-terrestre, la NASA ha prodotto la prima mappa termica in 3D di un pianeta molto lontano dal nostro sistema solare. L'esopianeta WASP-18b si trova a 400 anni luce dalla Terra.
WASP-18b è un Giove ultra-caldo con un lato sempre rivolto verso il Sole. Questo crea due estremi di temperatura massiccia sul lato sempre immerso nella luce e sul lato opposto in perenne oscurità.
Gli scienziati possono ora studiare questi pianeti mareali in modo più dettagliato grazie ai loro potenti componenti a infrarossi.
Come JWST ha trasformato la luce infrarossa in una mappa termica 3D
Il Near-Infrared Imager and Slitless Spectrograph (NIRISS) del JWST ha utilizzato una procedura nota come mappatura spettroscopica delle eclissi. Il processo ha catturato le gocce di luce infrarossa in diverse lunghezze d'onda quando l'esopianeta WASP-18b è scomparso dietro la stella su cui orbita completamente in 24 ore.
Ogni lunghezza d'onda ha attraversato uno strato diverso dell'atmosfera di WASP-18b, consentendo al JWST di sviluppare un modello di temperatura e composizione 3D.
Il metodo è utile per l'imaging di esopianeti che non possono essere osservati direttamente perché sono messi in ombra dalla loro stella ospite.
Un pianeta abbastanza caldo da distruggere l'acqua
Dalla modellazione 3D di WASP-18b, gli astronomi hanno scoperto che l'esopianeta ha un punto centrale molto caldo sul lato chiaro, dove le temperature si avvicinano a 2.760 °C (5.000 °F). Intorno a quest'area si trova una striscia più fredda che potrebbe ancora vaporizzare i metalli.
Forse l'osservazione più interessante è che la regione più calda reca la prova di una drammatica perdita di vapore acqueo. Questo ha portato gli scienziati a dedurre che WASP-18b sta scindendo le molecole d'acqua, un fenomeno finora non studiato.
Queste ultime scoperte rappresentano la prima volta che l'atmosfera di un esopianeta è stata mappata in 3D. Gli scienziati possono ora apprezzare il movimento del calore su pianeti lontani. La metodologia sarà utilizzata per studiare altri esopianeti.
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