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Perseverance viaggia nell'antica megabreccia alla ricerca dei primi segreti di Marte

Immagine dell'area di lavoro "Scotiafjellet" catturata dal rover Mars Perseverance (Fonte immagine: NASA e JPL-Caltech)
Immagine dell'area di lavoro "Scotiafjellet" catturata dal rover Mars Perseverance (Fonte immagine: NASA e JPL-Caltech)
Il rover Perseverance della NASA ha appena iniziato un'esplorazione sistematica delle rocce a Scotiafjellet. Si prevede che queste rocce siano le più antiche che il rover potrà mai studiare. Potrebbero servire come capsula del tempo nella prima storia di Marte.

Perseverance ha continuato la sua esplorazione oltre il bordo del cratere Jezero. Recentemente ha esplorato la cresta di Soroya e ora sta esplorando una località chiamata Scotiafjellet. Questa regione contiene rocce - non rocce qualsiasi, ma rocce che gli scienziati pensano si siano formate da antichi impatti di asteroidi.

Si sospetta che il terreno sia una megabreccia. La megabreccia è un tipo di formazione rocciosa in cui molti grandi frammenti rocciosi rotti vengono scaricati insieme in una miscela caotica. Alcuni dei grandi pezzi di roccia probabilmente provengono dall'evento di impatto Isidis.

L'evento di impatto di Isidis è un impatto di un asteroide su Marte avvenuto miliardi di anni fa. Questo impatto ha creato il Bacino di Isidis, un cratere che misura 1.200 miglia (∼1.930 km) di diametro. Le dimensioni di questo bacino lo rendono il terzo bacino d'impatto più grande di Marte.

Il bacino Isidis si trova a est del cratere Jezero. A Jezero, Perseverance ha trovato depositi deltaici e vulcanici che rappresentano pezzi di crosta marziana primitiva. Tuttavia, se gli scienziati hanno ragione sulle rocce a Scotiafjellet, è probabile che abbiano trovato qualcosa di più antico di quei depositi deltaici e vulcanici.

Questa possibile megabreccia a Scotiafjellet potrebbe contenere materiali provenienti dalle profondità della crosta di Marte. Gli studi su queste rocce e sulla loro composizione potrebbero fornire ulteriori informazioni sulla quantità di acqua presente su Marte. Se gli scienziati riusciranno a determinare la quantità di acqua presente, potranno valutare la possibilità di vita passata sul pianeta. Infatti, più acqua c'era, maggiori sono le possibilità che il Pianeta Rosso possa aver sostenuto la vita.

Fonte(i)

NASA: 1 e 2

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Chibuike Okpara, 2025-09-11 (Update: 2025-09-11)