I giocatori in Giappone che non vedono l'ora di provare Dying Light: La Bestia potrebbero essere sorpresi di scoprire che la loro versione del gioco non è la stessa di quella rilasciata in tutto il mondo. Questo perché, a causa delle restrizioni locali, il gioco è stato censurato e modificato in diversi modi.
Se visita il sito ufficiale giapponese di Dying Light: The Beast e scorrete fino in fondo, troverete una sezione che conferma che alla versione giapponese del gioco è stata assegnata una valutazione CERO Z. Questa è la valutazione più alta per i giochi in Giappone. Si tratta della classificazione più alta per i giochi in Giappone, assegnata ai titoli che contengono violenza forte o contenuti per adulti.
Per rendere il gioco disponibile al pubblico giapponese, gli sviluppatori hanno dovuto adattare la versione globale per ridurre il gore e le rappresentazioni di violenza. Ad esempio, hanno dovuto rimuovere alcuni dettagli, come i volti e i modelli di torso mancanti, e apportare modifiche all'aspetto dei modelli femminili infetti. Inoltre, tutte le forme di nudità sono state completamente eliminate dal gioco.
"La versione giapponese di Dying Light: The Beast ha ricevuto una classificazione CERO Z dopo aver apportato le seguenti modifiche rispetto alla versione estera" Il sito web afferma inoltre: "Queste modifiche hanno portato a una riduzione generale delle scene violente, pur consentendo ai giocatori giapponesi di giocare in co-op senza problemi con gli amici che giocano alla versione estera"
Anche se questi aggiustamenti sono stati fatti appositamente per rispettare le linee guida sui contenuti del Giappone, è importante notare che creare versioni diverse di un gioco non è un compito semplice per gli sviluppatori. Un chiaro esempio di questo è Shadows of the Damned: Hella Remastered, che ha dovuto affrontare la censura in Giappone nel settembre 2024. In un'intervista con GameSpark, il team dietro il gioco ha ammesso che preparare due versioni diverse è stato molto difficile e ha avuto un "impatto enorme" sul loro carico di lavoro.
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