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Il Parlamento britannico affronta l'indignazione per la disabilitazione dei giochi acquistati da parte degli editori: "I giocatori meritano chiarezza"

Una schermata di Concord (fonte: SteamDB)
Una schermata di Concord (fonte: SteamDB)
I parlamentari britannici hanno tenuto un dibattito alla Westminster Hall il 3 novembre in risposta a una petizione elettronica che chiedeva di proibire agli editori di disabilitare in modo permanente i giochi che hanno già venduto, con i membri che chiedevano diritti di proprietà più chiari e la divulgazione obbligatoria per i titoli "live service" dipendenti dal server.

I parlamentari del Regno Unito hanno recentemente rivolto la loro attenzione all'indignazione dei giocatori che hanno perso l'accesso ai videogiochi che avevano precedentemente acquistato. Un acceso dibattito a Westminster Hall si è svolto il 3 novembre in merito alla petizione elettronica 702074, intitolata "Vietare agli editori di disabilitare irrevocabilmente i videogiochi che hanno già venduto", in cui si chiedeva ai funzionari di aggiornare le leggi sui consumatori per impedire agli editori di videogiochi di rendere ingiocabili i giochi venduti, in particolare quelli del servizio live.

Nella sessione di apertura, Ben Goldsborough, deputato di South Norfolk, ha dato il via al dibattito, affermando: "Vengo al dibattito non solo come membro del Parlamento, ma anche come giocatore da sempre" Il deputato in questione ha giocato avidamente a videogiochi come Cities: Skylines, Victoria II e la serie Oddworld.

Ha poi sottolineato l'importanza del settore, affermando che "contribuisce con 7,6 miliardi di sterline all'economia del Regno Unito e sostiene più di 75.000 posti di lavoro" e funge da "centro di potere culturale che dà forma a storie, arte, musica e tecnologia"

Goldsborough ha inoltre spiegato come i titoli di servizio live, con le loro dipendenze dai server, abbiano ridefinito la proprietà del gioco tra i consumatori, affermando: "Quando un gioco si spegne senza un chiaro preavviso, l'investimento è perso. Il mondo condiviso scompare"

Il dibattito si è rapidamente spostato sulle preoccupazioni relative alla conservazione dei giochi, in quanto Goldsborough ha ricordato che lo studio 2023 della Video Game History Foundation ha rilevato che l'87% dei giochi rilasciati prima del 2010 sono considerati "criticamente in pericolo" a causa della loro indisponibilità commerciale in formato digitale o fisico.

Un altro deputato, Warinder Juss per Dudley North, è intervenuto e ha tracciato un'analogia, affermando: "Non accettiamo che i nostri telefoni cellulari vengano spenti ogni volta che un'azienda produce un nuovo modello e vuole che acquistiamo il nuovo modello. Quindi, perché dovremmo permettere che giochi del valore di migliaia di sterline vengano resi ingiocabili solo perché sono stati introdotti nuovi giochi?"

Con sorpresa di molti giocatori, Concord di Sony è diventato il manifesto del dibattito, illustrando le interruzioni dei videogiochi, dato che i server dello sparatutto live-service si sono spenti solo due settimane dopo l'uscita.

Henry Tufnell, deputato per Mid and South Pembrokeshire, ha portato direttamente Concord nel dibattito e ha detto: "Un esempio recente è Concord, un gioco rilasciato per PlayStation 5 e Windows nell'agosto 2024. Dopo un lancio deludente, Sony Interactive Entertainment ha preso la decisione commerciale di chiuderlo.

A suo merito, Sony ha rimborsato tutti gli acquisti, ma questo non è sempre il caso di certi titoli che vengono rimossi senza tanti complimenti in una data annunciata arbitrariamente. I colleghi concorderanno sul fatto che se gli editori non riescono a rendere chiara la durata di vita di un gioco al momento della vendita, devono essere ritenuti responsabili"

Goldsborough ha concluso la sua argomentazione opponendosi alle pesanti regolamentazioni del settore, che "soffocano l'innovazione", e ha ribadito che "i giocatori meritano chiarezza. Se un gioco rischia di andare offline, devono essere informati"

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Rahim Amir Noorali, 2025-11- 6 (Update: 2025-11- 6)