Facebook è attualmente al centro di un grande scandalo relativo alla gestione dei dati personali. Infatti, diversi esperti dell'Istituto IMDEA Networks hanno notato frammenti di codice che passano i dati da Google Chrome all'applicazione di Facebook con l'obiettivo di recuperare e analizzare informazioni potenzialmente sensibili.
Entrando nei dettagli, la tecnica sembra abbastanza semplice. Gli strumenti di tracciamento sviluppati da Facebook, che sono integrati in molti siti con lo scopo dichiarato di capire meglio cose innocue come l'efficacia degli annunci, registrano l'identificatore unico del suo browser web. Poi lo trasmettono all'applicazione Meta sul suo telefono. Quindi, anche se non è connesso a Facebook su Chrome, l'applicazione può accedere alla sua intera cronologia di navigazione. Peggio ancora, lo stesso vale se utilizza la modalità di navigazione privata o se cancella i cookie.
Secondo le stime dell'Istituto IMDEA Networks, oltre 5,8 milioni di siti sono dotati di questo strumento di tracciamento chiamato "Pixel Meta". Inoltre, si dice che Yandex, un browser di ricerca russo, applichi circa la stessa tecnica, con algoritmi di tracciamento presenti su oltre 3 milioni di siti.
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Anche se non è personalmente preoccupato da questa piccola scoperta, è importante notare che questo viola le regole d'uso di Android, secondo Ars Technica. La condivisione dei dati è soggetta a numerosi regolamenti Android.
Ars Technica ha contattato Google per un commento sull'argomento e il gigante tecnologico americano ha chiarito che questa tecnica di tracciamento utilizzata dal protetto di Meta viola le linee guida. Secondo quanto riferito, si stanno già sviluppando delle contromisure per limitare ulteriori abusi. E dopo la pubblicazione di questa sconcertante scoperta, non è stata rilevata alcuna 'comunicazione' tra Google Chrome e l'applicazione di Facebook.
Infine, Meta si è espressa in merito, parlando di un "errore di comunicazione relativo all'applicazione di alcune politiche di Google". Da parte sua, Yandex afferma di non raccogliere alcun dato sensibile e sottolinea che ciò che sta facendo le consente di migliorare la personalizzazione del suo software.